STATINE E DIABETE: QUANDO LA CURA FAVORISCE UNA MALATTIA ANCOR PIU' GRAVE
Devo raccontare una mia esperienza importante perché possiate meditarci. Faccio il medico da oltre 40 anni, ho iniziato in Medicina Generale quando gli Ospedali avevano i letti nei corridoi e il mio reparto, da solo, ne aveva 180. Facevo le guardie notturne e festive per 550 letti (quasi tutto l’Ospedale dell’Angelo di Venezia-Mestre), sempre pieni, in un ospedale che allora ne aveva 1200. Questo per dirvi che di pazienti ne ho visti proprio tanti.
Negli ultimi vent’anni ho assistito a un aumento crescente e allarmante di diabete di tipo II, il diabete del quale vi ho già parlato in un post che parla di “diabesity” e che è il diabete che si verifica quando la risposta dell’organismo all’insulina, l’ormone che è il principale responsabile di mantenere valori di zucchero perfetti nell’organismo e quindi di fornire a tutte le cellule la quantità corretta di energia loro necessaria, diventa inefficace (resistenza insulinica) o l’insulina stessa viene prodotta in quantità insufficienti.
Questa mia personale osservazione corrisponde a quello che si è osservato nel resto d’Europa, in America e nel resto del mondo.
Questa osservazione trova riscontro anche nei dati della World Health Organization che, negli ultimi 30 anni, ha segnalato un incremento del 46% di zuccheri aggiunti alla nostra dieta.
Non c’è dubbio che il mondo sia diventato “tossicodipendente” dallo zucchero e che il suo eccessivo consumo abbia sregolato il nostro metabolismo rendendoci più malati.
Ma il problema non è solo questo.
La maggioranza dei casi di diabete di tipo II si può prevenire e questo è ben evidenziato dagli studi di epidemiologia che ci descrivono bene come alla crescita costante dell’incidenza di diabete, dagli inizi del ‘900 a oggi, fanno da contrasto due ere della nostra storia, le due Guerre Mondiali nel secolo scorso, nelle quali questa malattia era quasi scomparsa. La spiegazione è semplice: quel 46% di zucchero aggiunto alla nostra dieta, sotto forma di zuccheri semplici e di cereali raffinati (come la farina di frumento).
Non c’è alcun dubbio che il mondo sia diventato dipendente dallo zucchero e che il suo eccessivo consumo abbia indebolito il nostro metabolismo e ci abbia reso più fragili e più malati.
Non è solo questa l’unica causa: anche il consumo di certi farmaci rappresenta un grosso contributo all’esplosione del diabete di tipo 2.
La maggior parte dei casi di diabete di tipo 2 si può prevenire e questa piaga, rappresentata dalla malattia diabetica, che spesso insorge dopo che altre patologie son già in cura, trova, ad esempio, nelle statine una causa specifica.
Uno studio recente pubblicato da ricercatori dell’università di Eastern Finland, prendendo in analisi sei anni di dati riguardanti 8749 persone fra i 45 e i 73 anni ha evidenziato come le persone che usano statine abbiano un rischio 46 volte maggiore di sviluppare diabete rispetto alle persone che non le utilizzano. (1)
Questo dato è scientificamente motivato, perché le statine attivano una risposta immune specializzata che impedisce all’insulina di controllare i valori ematici di glucosio. (2)
Anche un altro gruppo di ricercatori dell’Università McMaster in Canada ha osservato: “Statins reduce lipid levels... and may be a contributing factor to statin-induced development of type 2 diabetes. These results warrant scrutiny of insulin sensitivity during statin use”. (3)
Solo negli Stati Uniti, attualmente, 43,2 milioni di persone stanno assumendo statine e altri 12,8 milioni si aggiungeranno presto seguendo le linee guida dell’American Heart Association. (4)
La pubblicazione dello studio finlandese ha suscitato ovviamente numerose reazioni volte a difendere 30 anni di scienza spazzatura, condizionata dalle necessità dell’industria farmaceutica più che da quelle dei pazienti. Le voci critiche si riferiscono soprattutto a numerosi altri sti studi precedenti che riportavano un rischio di diabete del 27% e non del 46%. (5,6) Ma si tratta pur sempre di un rischio elevato e non sostenibile di sviluppo di diabete di tipo 2 di fronte a un effetto vicino a zero di prevenzione dell’ictus o dell’infarto cardiaco (cioè di efficacia del farmaco verso lo scopo per cui è stato sviluppato).
Per questo motivo, da tempo, mi sto adoperando affinché i miei pazienti che assumono statine le sospendano e le eliminino completamente.
Fanno sicuramente più male che bene, per i loro numerosi e severi effetti collaterali (7):
Rischio aumentato di diabete di tipo 2.
Dolori articolari debilitanti, debolezza muscolare e danno muscolare (8,9,10)
Danno epatico (11)
Cataratta (12,13)
Nausea, diarrea e stipsi anche severa (14)
Lupus indotto dal farmaco, nel quale si verifica una reazione autoimmune nella quale il sistema immunitario attacca del tessuto sano per errore, indotto quale reazione esagerata alla presenza del farmaco stesso (15)
Possibile aumento di cancro alla tiroide.
Il vero nemico, nascosto dietro all’ictus e all’infarto e le malattie cardiovascolari è l’infiammazione, e non il colesterolo. E questo è ben noto ormai da qualche decina d’anni.
Tutto questo è stato ben tenuto nascosto per proteggere interessi commerciali enormi. Ma noi sappiamo che l’inizio dell’epidemia di diabete è avvenuto circa tre anni dopo l’immissione in commercio della prima statina, nel 1987. (16)
Naturalmente non è solo ed esclusivamente causa delle statine, ma ci sono pochi dubbi che l’enorme incremento di questi farmaci, non necessari per abbassare il colesterolo, sia il fattore maggiore di rischio da riconoscere e affrontare.
A questo punto cosa si può fare oltre che gettar via le statine? Ci sono altri modi di evitare il diabete di tipo 2? Anche se i geni che avete ereditato vi rendono predisposti a questa malattia dovete rendervi consapevoli che la vostra alimentazione e lo stile di vita hanno un’influenza ancor più grande.
Per cui, quello che vi consiglio è:
Rimodulate la vostra dieta: evitate gli alimenti che contengono zuccheri o cereali raffinati. Buona parte dell’esplosione d’incidenza di diabete di tipo 2 è il risultato di una alimentazione “moderna” ad alto contenuto calorico e fatta di fast-foods (alimenti preconfezionati) e di bevande contenenti zuccheri. Il rischio di sviluppare diabete è aumentato del 25% dal semplice consumo di una lattina di qualsiasi bevanda zuccherata al giorno. (17)
Diventate più attivi: numerosi studi dimostrano che l’esercizio fisico regolare e moderato aumenta la capacità dei muscoli di metabolizzare insulina e glucosio correttamente, riducendo il rischio di diabete fino al 30%. (18,19) L’aumento di consumo di fast-foods e bevande zuccherate è stato parallelo a quello di attività ludiche o lavorative sedentarie, come computers e videogames.
Perdete qualche chilo: Se siete sovrappeso perdere dal 7 al 10% del vostro peso dimezza le probabilità di sviluppare un diabete di tipo 2. (20) Essere sovrappeso aumenta invece di sette volte (700%) il rischio di diventare diabetici. (21)
Si può poi, con l’aiuto della nutraceutica, migliorare la risposta insulinica dell’organismo diminuendo un’eventuale resistenza che potrebbe essersi instaurata. Esempi sono il cromo e la cannella che, se usata con accortezza, porta grandi benefici riducendo la resistenza insulinica. (22)
Conviene usare la polvere. Se si vogliono usare invece supplementi in capsule, meglio assolutamente quelli che sono riconosciuti idrosolubili, in quanto alcuni oli potrebbero essere tossici.
Buona salute!
Alfredo SAGGIORO, MD
Per saperne di più:
1. Cederberg, et al. "Increased risk of diabetes with statin treatment is associated with impaired insulin sensitivity and insulin secretion: A 6-year follow-up study of the METSIM cohort." Diabetologia, 2015; DOI:10.1007/s00125-015-3528-5.
2. Henriksbo, B.D., et al. "Fluvastatin causes NLRP3 inflammasome-mediated adipose insulin resistance." Diabetes, June 2014 DOI: 10.2337/db13-1398 1939-327X.
3. Diabetes; Researchers at McMaster University Target Diabetes (Fluvastatin Causes NLRP3 Inflammasome-Mediated Adipose Insulin Resistance) Diabetes Week (Dec 1, 2014): 60.
4. Duke University Medical Center. "New guidelines deem 13 Million more Americans eligible for statins." March 19, 2014. corporate.dukemedicine.org/news_and_publications/news_office/news/new-guidelines-deem-13-million-more-americans-eligible-for-statins/view.
5. Sattar, N., et al. "Statins and risk of incident diabetes: A collaborative meta-analysis of randomized statin trials." Lancet, Feb. 27, 2010; 375 (9716): 735-42.
6. Shah, Dr. Ravi v., et al. "Statins and risk of new-onset diabetes mellitus." Circulation. 2012; 126: e282-e284. doi: 10.1161/CIRCULATIONAHAH.112.122135.
7. Malhotra, Aseem, et al. "Maximizing the benefits and minimizing the harms of statins." Prescriber. Jan. 2015, Vol. 26, Issue 1-2, P6-7.
8. Stroes E.S., et al. Statin-associated muscle symptoms: impact on statin therapy-European Atherosclerosis Society Consensus Panel Statement on Assessment, Aetiology and Management. Eur Heart J. 2015 Feb 18. pii: ehv043. [Epub ahead of print]
9. Mansi, I., et al. "Statins and musculoskeletal conditions, arthropathies, and injuries." JAMA Intern Med. 2013 Jul 22;173(14):1-10. doi: 10.1001/jamainternmed.2013.6184.
10. mayoclinic.org/diseases-conditions/high-blood-cholesterol/in-depth/statin-side-effects/art-20046013.
11. Chaipichit, N. "Statin adverse effects: Patients' experiences and laboratory monitoring of muscle and liver injuries." Int J Clin Pharm. 2015 Jan 29. [Epub ahead of print]
12. Wise, Stephanie J., et al. "Statin Use and Risk for Cataract: A Nested Case-Control Study of 2 Populations in Canada and the United States." Canadian Journal of Cardiology, 2014; 30 (12): 1613 DOI: 10.1016/j.cjca.2014.08.020
13. Gryn, Steven E., et al. "Doctor my eyes: A statin-cataract connection?" Canadian Journal of Cardiology, 2014; 30 (12): 1508 DOI: 10.1016/j.cjca.2014.08.019.
14. mayoclinic.org/diseases-conditions/high-blood-cholesterol/in-depth/statin-side-effects/art-20046013.
15. Chazerain, P., et al. "Four cases of tendinopathy in patients on statin therapy." Joint Bone Spine. 2001 Oct;68(5):430-3.
16. White Junod, S., Ph.D. "Statins: A success story involving FDA, academia and history." Downloaded on March 13, 2014.
17. Malik V.S., et al. "Sugar-sweetened beverages and risk of metabolic syndrome and type 2 diabetes: A meta-analysis." Diabetes Care. 2010;33:2477-83.
18. Tanasescu M, et al. "Physical activity in relation to cardiovascular disease and total mortality among men with type 2 diabetes." Circulation. 2003.
19. Hu FB, et al. "Walking compared with vigorous physical activity and risk of type 2 diabetes in women: a prospective study." JAMA. 1999; 282:1433-9.
20. Hu FB, Manson JE, Stampfer MJ, et al. "Diet, lifestyle, and the risk of type 2 diabetes mellitus in women." N Engl J Med. 2001; 345:790-7.
21. Hu FB, Manson JE, Stampfer MJ, et al. Diet, lifestyle, and the risk of type 2 diabetes mellitus in women. N Engl J Med. 2001; 345:790-7.
22. Stoecker BJ, et al. "Cinnamon extract lowers blood glucose in hyperglycemic subjects." FASEB J. 2010; 24:722.1